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VISITA A TREVISO: PORTA SAN TOMASO E LA PENISOLA DEL PARADISO

Ci troviamo in prossimità delle storiche mura Cinquecentesche. Ciò che a molti piace di più delle Mura di Treviso è la possibilità di sentirsi circondati dalla natura, pur essendo in centro città, questa “penisola” è un piccolo angolo di Paradiso dove si sente davvero questa sensazione.

PENISOLA DEL PARADISO

La penisola del paradiso rappresenta una delle migliori zone lungo le mura, adatte per una passeggiata sia per adulti che per bambini. Si tratta di un’iniziativa green lanciata dalla Lega, che inizialmente comprendeva animali di varie specie, tra caprette, galline, conigli, e oche. Gli altri animali, col passare del tempo si sono trasferiti altrove, l’unica specie ad essere in continua riproduzione è il coniglio, che oggi come oggi è il re incontrastato di questa zona.

Costeggiamo adesso le Mura proseguendo lungo il fiume Botteniga per arrivare alla nostra prossima tappa.

PORTA SAN TOMASO

Porta San Tomaso è la più suggestiva tra le antiche porte. Terza ed ultima in ordine di tempo ( a Treviso sono presenti altre due porte: Porta Santi Quaranta e Porta Altinia), è situata sulla strada D’Alemagna, ora Viale Vittorio Veneto.

Le caratteristiche Porte di Treviso, situate una ad Ovest, una a Nord e una a Sud della città, fino ai primi anni del ‘900 rappresentavano l’unica fonte di collegamento tra il centro urbano e la periferia, infatti per un lungo periodo funzionavano da caselli per il pagamento dei dazi. Solo successivamente vennero aggiunti altri varchi per migliorare la viabilità.

Porta San Tomaso fu costruita in soli 10 mesi a cura di Paolo Nani, allora Podestà di Treviso, ed essa presenta gli stessi elementi stilistici della Porta Portello di Padova, tanto da portarci a crederla opera del medesimo autore, Guglielmo D’Alzano detto Bergamasco, senza escludere l’intervento di marmorari provenienti da Venezia.

La struttura è caratterizzata da una base quadrata, un tetto in legno ricoperto da lastre di piombo; la facciata esterna della porta, rivestita da pietra d’Istria e scompartita da sei colonne, presenta un ornato esteriore di ordine corinzio.
La porta è in forma di arco trionfale in stile rinascimentale. Tutto l’ornamento, dalle colonne all’arco centrale, dalle cornici alla ricca decorazione a trofei e fogliame, esprime il fasto e la forza.

Questo si ricollega agli eventi della Guerra di Cambrai (1508-1516), una coalizzazione degli Stati Europei contro la Repubblica di Venezia, nel tentativo di distruggerla e di bloccare la sua espansione in terraferma, che fu molto importante per la determinazione dei sistemi di difesa della città così come oggi li conosciamo.

Porta San Tomaso fu costruita a ridosso della fine della guerra: La guerra era finita, i pericoli di assedio e d’invasione erano passati, quindi la fastosità architettonica diveniva l’atto celebrativo della vittoria e della ripresa della vita nella nuova città. (Venezia era stata sconfitta, però si celebrava il fatto che, grazie al nuovo progetto di difesa della città, ovvero la ristrutturazione delle mura, la lega di Cambrai non riuscì ad entrare a Treviso)

Analizzando i simboli presenti in questa struttura, la prima cosa che notiamo è la statua posta sulla sommità della Porta. Tutti credono che rappresenti San Tomaso, colui a cui la porta è dedicata, in realtà non è così. Infatti la storia riporta che il senato veneziano impose al podestà di Treviso di dedicare la porta all’arcivescovo di Canterbury San Tomaso Becket, così Paolo Nani, per far sì che in qualche modo la Porta lo ricordasse, fece erigere la statua raffigurante l’apostolo suo omonimo San Paolo.

Quando la porta viene ristrutturata all’interno e all’esterno nel 1856, all’esterno della porta viene collocato il leone veneto, che prima si trovava sulla Porta Altinia.

Il leone è da sempre il simbolo della città di Venezia, e con la conquista della terraferma(sec. XIV-XV) il leone divenne il simbolo e il segno del dominio di Venezia. Infatti il leone è un simbolo molto ricorrente nella città di Treviso, che possiamo trovare anche in Porta Santi Quaranta, così come sopra le colonne della città e sulle facciate dei palazzi governativi.

Poniamo ora attenzione alle scritte incise nella porta: nella facciata esterna troviamo la scritta: “ PORTA DE SAN THOMASO”, in dialetto veneto.

Spostandoci invece verso l’interno della Porta, notiamo una scritta beneaugurante posta sulla fascia della cornice della facciata interna – “Dominus custodia tintroitum et exitumtuum” –, “Il Signore custodisca il tuo entrare e uscire.” , che ci permette di comprendere il clima di sicurezza conquistata dopo i lunghi anni di incertezza e di trasformazioni provocati dalla guerra.

Nella facciata che guarda il borgo della città, il Borgo Mazzini, troviamo inoltre la scritta in latino: “PORTA SANCTI THOMAE”.

Queste scritte, una in volgare posizionata nel lato esterno alle mura e l’altra in latino nel lato interno delle mura, volevano far notare il concetto di diversità culturale tra la gente fuori città, di campagna, e la gente di città.

È una curiosità che non tutti notano, però ci può far riflettere su quale fosse l’ambiente sociale dell’epoca, e ci dà qualche informazione riguardo al popolo trevigiano nel passato, senza escludere che oggi, a distanza di anni, le cose non siano cambiate.

All’ombra di Porta San Tomaso troviamo l’Antica Osteria “Al Botegon”, non solo luogo di ritrovo dei trevigiani per l’aperitivo, ma anche tappa obbligatoria per qualsiasi turista che voglia assaggiare le pietanze venete, cucinate seguendo le antiche e originali ricette. Qui si respira la vera e propria atmosfera di una tipica osteria veneta.



BIBLIOGRAFIA

“Percorsi Insoliti in Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia” di Dario Gardiol ;

“Treviso e il suo Territorio Asolo, Castelfranco Veneto, Conegliano, Oderzo” ;

“Le mura, le porte di Treviso e Fra’ Giocondo” di Ferdy Hermes Barbon ;

www.trevisoinfo.it ;

www.spaziopadova.com.